Psicologia per Famiglia

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lunedì 4 marzo 2019

La balbuzie nei bambini




La balbuzie nei bambini è un fenomeno piuttosto diffuso tra i 2 e 5 anni. Certe volte parlando con i genitori si scopre che le famiglie sono spesso molto allarmate e che la balbuzie del figlio è una fonte di ansia.
Le ricerche suggeriscono che circa il 5% dei bambini incorre in uno o più momenti in cui affronta un periodo di balbuzie, ma nella maggior parte dei casi essa scompare naturalmente entro i 6 anni. In alcuni casi invece non scompare in maniera naturale ma ci sono strategie per superarla.
Le cause non sono ancora chiare, ma, sembrerebbero da rintracciare nel controllo motorio della produzione del linguaggio, che nei bambini è ancora in fase di sviluppo.
In alcuni casi la balbuzie sembra avere una ragione da cercare nello sviluppo: nel loro sviluppo i bambini di solito attraversano alcune fasi, nelle quali ci sono scatti importanti di crescita, sia fisica ma soprattutto legata agli apprendimenti. Certe volte i loro pensieri sono così veloci che i bambini non riescono a tradurli velocemente in linguaggio per cui scatta la ripetizione di una parte della parola.
In realtà, la balbuzie è un fenomeno molto soggettivo, le sue manifestazioni cambiano da bambino a bambino e possono essere sia udibili sia silenti. Quelle udibili sono le classiche ripetizioni di parti della parola, quelle silenti comprendono esitazioni, pause e arresti nel linguaggio prima del discorso.
Può anche capitare che un bambino, già consapevole delle proprie difficoltà, rinunci ad utilizzare alcune parole o le sostituisca in modo non appropriato. Questo si ha in genere nei bambini più grandi, nel momento in cui si rendono conto di questa difficoltà e se ne vergognano.
E la classica domanda del genitore di un bambino che balbetta, ovviamente, è come ci si deve comportare. Si deve fare finta di niente aspettando che si risolva da sola? Si deve sottolineare il problema quando compare? Ignorare o sottovalutare la balbuzie non aiuterà a risolverla. Allo stesso modo, è bene evitare ansie o allarmismi che si trasmettono sul bambino. Durante il dialogo, è importante rispettare i turni di conversazione e mantenere il contatto visivo, guardando il bambino negli occhi e prestando attenzione a cosa dice, non a come lo dice. Utile inoltre è mostrarsi interessati e fare domande, lasciando tutto il tempo necessario per rispondere, e soprattutto evitando di completare per lui frasi o parole. Allo stesso tempo, però, è importante non fare sentire il bambino problematico. Riservargli un trattamento speciale o esonerarlo da alcune interazione verbali, potrebbe confermargli le sue difficoltà  aumentando ancora di più la frustrazione.
Al contrario è importante mettere in evidenza i risultati positivi e rassicurarlo sulla possibilità di superare questa fatica per rafforzare la fiducia in se stesso e promuovere la sua autostima.
In certe situazioni la balbuzie è accompagnata da un disturbo d’ansia, o come causa, ma anche come stato d’animo che la accompagna, insieme alla frustrazione. Utile in questi casi analizzare e affrontare questa ansia per gestirla al meglio, con l’aiuto di uno psicologo che potrà suggerire le tecniche più appropriate.

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