Foto di Anne Geddes |
L'attaccamento si sviluppa secondo alcune fasi:
nascita-2 mese
il bambino manifesta comportamenti di attaccamento tipo pianto, sorriso, ma
sono segnali che non presuppongono una discriminazione tra persone diverse, né
sono prodotti in maniera intenzionale
2 mese-8 mese
il bambino si orienta e produce segnali verso una o più persone discriminate.
Non compare ancora la protesta alla separazione. Da un punto di vista cognitivo
infatti il bambino non padroneggia ancora con le relazioni di causa effetto tra
gli eventi, e non ha raggiunto la permanenza degli oggetti.
8 mese-2 anni
il bambino mantiene un contatto preferenziale con la madre, la segue carponi e
compaiono sia la protesta alla separazione che l’ansia da separazione. Si
avventura nell’ambiente usandola come base sicura e compare la paura
dell’estraneo. È qui che si struttura il legame di attaccamento vero e proprio,
sia per gli sviluppo nei processi cognitivi (la conquista di permanenza
dell’oggetto) sia per l’attivarsi di predisposizioni come la paura
dell’estraneo.
2 anni in poi
tra il bambino e la madre si va formando una relazione reciproca che
ha come scopo comune quello di darsi conforto e di mantenere la vicinanza. Fino
a qui la relazione poteva essere “unilaterale”, perché era la madre ad
adattarsi alle esigenze del bambino, ora anche lui inizia dimostrandosi
disponibile ad aspettare il suo ritorno….
Il bambino qui si forma dei “modelli
operativi interni” dell’attaccamento, delle rappresentazioni mentali di se
stesso e dell’altro, che riflettono la storia della sua relazione con la madre.
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