Gli attacchi di panico
Sempre più spesso nel mio studio arrivano
persone spaventate da episodi acuti, insorti all’improvviso, spesso senza
ragioni apparenti, che hanno provocato disagi e malesseri: tachicardia, senso
di pesantezza allo stomaco, vampate di calore, sudorazione fredda...questi sono
solo alcuni dei sintomi dell’attacco di panico, che spesso viene scambiato per
altre patologie fisiche più gravi.
Diffusione
Mai come ora gli attacchi di panico sono
così comuni. Nelle ultime generazioni la quotidianità delle persone è molto
cambiata. Fino a poche decine di anni fa non esistevano i telefoni cellulari,
la linea Internet, le email, le chat, le videochiamate e gli altri dispositivi
elettronici e tecnologici. Qualcuno forse si ricorda gli anni in cui i
cellulari si sono diffusi, quando si è diffusa la connessione Internet, che
prima funzionava con il modem che faceva la chiamata per collegarsi alla rete e
rendeva la linea occupata e poi si è trasformata in linea ADSL. In pochi anni
la maggior parte delle persone si è dotata di un cellulare (alcuni anche due!),
della rete Internet, dei pc sempre più veloci. Il cartaceo è quasi
completamente sparito, sono sparite le cartoline, quasi del tutto le lettere..i
passi avanti nella tecnologia sono stati molti e molto utili, basti pensare a
come è stato reso più veloce il lavoro con gli scambi immediati di materiali
tramite email, a quanto si sono accorciate le distanze con le videochiamate, a
quanto le persone sono divenute più rintracciabili (forse anche troppo!) con i
cellulari. Questo ha portato a una maggiore produttività, a una maggiore
velocità nel lavoro e nell’organizzazione giornaliera delle persone, ma come
per tutti i progressi della società, accanto ai pro ci sono anche i contro. Le
persone sono state esposte a maggiori pressioni, al dover essere sempre
rintracciabili, e sicuramente questo in termini di ansia non ha aiutato ma anzi
ha esposto le persone a maggiori richieste. Certo, non si può dire che sia la
tecnologia e l’avvento dei nuovi dispositivi a provocare gli attacchi di ansia,
questa sarebbe una spiegazione troppo semplicistica e denigratoria nei confronti
di una tecnologia che ci ha fatto fare dei passi da gigante in termini di
avanzamento, di lavoro e di semplificazione. Ma che questi grandi progressi
hanno portato in brevissimo tempo a un cambiamento molto forte alla vita delle
persone e possono avere influito e accentuato in certi casi le richieste, le
pressioni e quindi l’ansia in alcune persone.
Di cosa si tratta
Gli attacchi di panico sono una
manifestazione di ansia. L’ansia si può manifestare in moltissimi modi, con la
paura degli spazi aperti, con la paura di parlare in pubblico, con la paura dei
piccoli spazi al chiuso, con pensieri o comportamenti ripetitivi, e una delle
tante manifestazioni è proprio l’attacco di panico, una forma improvvisa,
spesso inaspettata di malessere che spaventa chi li ha manifestati, e che può
tendere a ripresentarsi. Spesso non si hanno ragioni apparenti e non si capisce
il motivo scatenante e questo è quello che spaventa di più: se non ci sa cosa
li ha scatenati, è anche complicato cercare di evitare le situazioni. Quello
che si deve cercare di non fare è pensare alla situazione e cercare motivi
specifici, poichè sono sintomi di un malessere più generale che va affrontato a
livelli diversi e non limitandosi a rimuginare sulla particolare situazione
nella quale si è palesato. Gli attacchi di panico rientrano nei disturbi
d’ansia, e come tale va conosciuta e trattata per superarla e evitare il loro
ripresentarsi.
Ci sono anche livelli diversi di panico:
c’è l’attacco, ma ci sono poi anche forme più leggere, più lievi, definite dai
pazienti come “un magone allo stomaco”, “una uggia” che dura anche diverse ore
e che può risolversi oppure sfociare nell’attacco.
Come risolverli
Come tutti i disturbi d’ansia, è necessario capire da cosa, da quando e
come è originata, quali sono le condizioni che la mantengono attiva, quali sono
le dinamiche relazionali che la sostengono o che potrebbero contribuire alla
sua diminuzione, e la caratteristiche della persona che li ha. Questo si può
fare con un percorso terapeutico durante il quale vengono affrontate queste
tematiche e durante il quale vengono insegnate anche alcune tecniche di
respirazione per aiutare la persona a fronteggiare meglio le situazioni che la
rendono agitata sin dalle prime fasi del malessere
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