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Foto di Anne Geddes |
Il più grande studioso di questa teoria è stato John Bowlby, che sosteneva che all’inizio della vita l’essere nutriti equivale all’essere amati, il bisogno biologico legato all’alimentazione è presente insieme a un altro bisogno, anch’esso fondamentale, di essere amati.
Prendere in braccio il proprio piccolo che piange è la risposta più adeguata, da parte della madre, ad un segnale di disagio del bambino: esso non si configura come un rinforzo nè come un comportamento che condiziona il piccolo rendendolo “viziato” come asseriscono tutti quelli che ritengono che alcune cose “non vanno fatte per non viziare il bambino”. In questi casi è importante prendere in braccio il bambino, cullarlo, fornirgli quella sicurezza di cui ha bisogno per lo sviluppo di un attaccamento sicuro. La ricerca della vicinanza può essere considerata la manifestazione più esplicita dell’attaccamento.
Gli esseri umani hanno una predisposizione innata a formare relazioni con le figure genitoriali primarie.
Queste relazioni si formano durante il primo anno di vita del bambino ed hanno funzione di protezione.
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