Psicologia per Famiglia

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martedì 8 ottobre 2013

Le relazioni nei disturbi alimentari


L’anoressia, la bulimia e gli altri disturbi del comportamento alimentare sono e continuano ancora ad esserlo molto studiati, nelle loro varie forme, nella loro cause, nella loro durata e possibilità di guarigione. Secondo le principali teorie, i disturbi alimentari sono causati dalle difficoltà dell’adolescenza, dai sentimenti di inadeguatezza delle ragazze (che vengono più spesso coinvolte da questo disturbo), dal prevalere nei media di immagini di persone eccessivamente magre, dall’ammirazione dei modelli di magrezza e dalla volontà di imitarli, per essere accettate in un momento così impegnativo e pieno di insicurezza quale l’adolescenza. Per essere carine ci si sente in dovere di essere magre, quindi si mettono in atto strategie di dimagrimento rigide, senza controllo né supporto da parte di nutrizionisti o dietisti (anche perché spesso si vuole tenere nascosta la voglia di dimagrire), spesso con condotte di eliminazione come vomito o diarrea indotte. Ma attualmente si fa strada, e prende sempre più campo una ipotesi che va oltre la semplice volontà di dimagrire per emulare modelli, o meglio, si sommano a questa volontà tipica delle ragazze adolescenti, anche difficoltà di tipo relazionale, familiare..spesso si tratta di ragazze inserite in contesti familiari anche apparentemente perfetti, ma che portano invece diverse difficoltà: padri troppo spesso assenti, madri perfezioniste, o troppo impegnate al lavoro, voglia di riscatto, voglia di farsi valere, sensazione di non contare nulla e di non essere considerate, perdita di controllo su ogni sfera della vita privata e con gli altri. In questo contesto, l’unica cosa su cui la persona certe volte riesce a tenere il controllo è il cibo, su cui sfoga in maniera anche inconscia, questa difficoltà..e questo controllo e la “bravura” in questo vengono facilmente misurate in kg dimagriti. Quando questo processo di fa costante, compulsivo, riesce a diminuire l’ansia che deriva dai rapporti sociali, riesce a contenere quale malessere che può derivare dalla relazioni familiari o amicali inadeguate e rappresenta l’unica cosa che dà soddisfazione alla persona, che le fa capire che “in qualcosa riesce”. Ma quando la situazione è divenuta compulsiva, quando si è stabilizzata e il gioco del dimagrimento riesce, e diventa fondamentale, occupa la maggior parte dei pensieri, tutto è finalizzato a pesarsi, a contare i bocconi, a nascondere tali condotte di eliminazione..le ragazze divengono esperte di apporto nutrizionale, calorie, pesi, e si entra in un tunnel da cui è difficile uscire. Importante è riconoscere questo processo, interromperlo prima che divenga un pensiero compulsivo, e con l’aiuto di un buono specialista, di una rete familiare o amicale “corretta”, dal riaggiustamento delle relazioni e dall’acquisizione della consapevolezza anche da parte dei familiari dell’importanza di relazioni positive, è possibile cambiare, crescere, superare il disturbo, di qualsiasi forma sia.

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